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29 maggio 2012

 


Vangelo di Giovanni 14: 15-21
Epistola ai Romani 8: 24-27


Pentecoste

Predicazione del Pastore Paolo Ribet


Il testo biblico
Giovanni 14:15-21
Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. 19 Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. 21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui.

Romani 8:24-27
Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza.
26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.

oooOooo

1. Oggi è Pentecoste ed è un giorno denso di emozioni per noi, perché accogliamo nuovi fratelli e nuove sorelle in seno alla nostra comunità e inoltre insediamo tre nuovi Anziani… Questi sono per noi dei segni che il Signore non fa mai mancare alla sua chiesa (per quanto piccola e priva di potere) i doni di cui ha bisogno per vivere e per portare avanti la sua vocazione di testimone di Cristo. E' anche significativo il fatto che noi viviamo questi passaggi proprio nel giorno di Pentecoste, quando ricordiamo il dono dello Spirito Santo fatto ai primi discepoli. Nell'Evangelo di Giovanni quel momento è ricordato come un soffio («detto questo, Gesù soffiò su di loro e disse: "ricevete lo Spirito Santo…"» Gv. 20:22). Questo soffio nel libro degli Atti degli Apostoli diventa un vento impetuoso che afferra degli uomini disorientati, li fa diventare apostoli e li lancia nel mondo a predicare la Parola di Dio.
2. Nel capitolo 14 di Giovanni, inizia un lungo di scorso che Gesù fa ai suoi discepoli per renderli forti in vista del momenti in cui sarà separato da loro – con l'arresto e la croce. In tale frangente, il Maestro parla dell'invio dello Spirito, che viene definito il "Paracleto", cioè "colui che ti sta accanto, ti protegge e ti consola". Il Consolatore che viene promesso colma dunque il vuoto della assenza di Gesù e mette i discepoli di ogni epoca in grado di testimoniare e di agire, anche al di là delle loro forze e capacità.
Non è questo l'unico momento in cui si parla dello Spirito Santo nel IV Vangelo, anzi possiamo dire che: «lo Spirito è il modo in cui si manifesta la presenza di Dio». Basti pensare alla famosa affermazione di Gesù alla donna samaritana: «Dio è spirito e quelli che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità» (4:24), laddove l'espressione «Dio è spirito» non vuole contrapporre lo spirito alla materia, ma affermare che Dio si rivela nello Spirito.
Si potrebbe dire che Giovanni insista più di ogni altro Vangelo sul fatto che l'unica guida del gruppo dei discepoli – e dunque della Chiesa – è lo Spirito e soltanto lui. Non c'è altro magistero se non quello dello Spirito Santo.
La presenza annunciata è quella di Cristo, donata attraverso il suo Spirito. E' una presenza diversa rispetto a quella a cui erano abituati i discepoli che potevano vedere il loro Maestro, parlare con lui…; ma non è meno reale.
3. Le nostre chiese soffrono di un malinteso, che si portano dietro da secoli, che lo Spirito sia o una qualità tutta interiore da contrapporre alla esteriorità (di stampo cattolico) o alla fisicità; oppure che porti ad una specie di ubriacatura scomposta, inadatta alle persone serie ed ai veri credenti. E questo malinteso ci allontana dall'attenzione verso la terza persona della Trinità. Sarebbe però riduttivo pensare allo Spirito (o in generale alla spiritualità o la vita spirituale) unicamente come ad un fatto interiore, psicologico. Esso è piuttosto il motore che muove tutta la nostra vita. Come i discepoli che si sentivano disorientati per il fatto di essere lasciati soli da Gesù, così anche noi spesso ci sentiamo stanchi e demotivati perché non sappiamo bene quale strada intraprendere. Lo Spirito ri-orienta i nostri passi nella direzione di Cristo.
4. Il Signore che ci è venuto accanto, donandoci suo Figlio, non ci abbandona, non ci lascia soli e, attraverso il suo Spirito, ci dà la sua forza. I molti doni che la Chiesa riceve ne sono una prova.
Ma vi è un altro aspetto che vorrei sottolineare, in quanto sembra che nel nostro tempo, come detto, questa dimensione sia dimenticata, passata sotto silenzio. E la domanda è: «Che cosa significa lo Spirito santo oggi?» Possiamo dirlo in modo semplice: Lo Spirito Santo ci dispone a ricevere Gesù. È in questo senso che io leggo la strana affermazione di Paolo in Romani 8, quando scrive: «Lo Spirito prega, intercede per noi con sospiri ineffabili». In un passaggio particolarmente drammatico della Lettera ai Romani, quando Paolo parla della sofferenza non solo dei credenti, ma del creato intero che invoca la liberazione dal Male, Paolo ci rassicura, affermando che lo Spirito intercede per noi. Proprio quando ci sentiamo più lontani da Dio e non sappiamo per che cosa è giusto pregare, lo Spirito viene in nostro soccorso aiutandoci a mantenere aperti i canali di comunicazione con Dio ed a scorgere la sua presenza nella nostra vita. Nella nostra ricerca di senso e nella nostra ricerca di Dio, lo Spirito ci fa da guida.
   La Scrittura ci testimonia di Cristo e lo Spirito di Dio rende viva questa testimonianza, guidandoci nelle scelte quotidiane e nella fedeltà a Lui. Abbandoniamoci alla sua guida!
    Scrive Agostino d'Ippona: «Onnipotente Iddio, tu ci hai fatto per te stesso e il nostro cuore non trova pace finché non riposa in te. Donaci purità di cuore e forza d'intento, affinché nessuna passione egoistica possa impedirci di conoscere la tua volontà e nessuna debolezza ci impedisca di compierla; e affinché nella tua luce possiamo vedere la luce e al tuo servizio trovare la nostra perfetta libertà, mediante Gesù Cristo, nostro Signore».

                                                                                                                                                  
                                                                                                Paolo Ribet

 
Questa riflessione biblica è stata tratta dal sito www.torinovaldese.org/attivita/riflessioni.php

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