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21 dicembre 2013


Libro di Ruth

Riflessioni di Aldo Palladino

Introduzione
Leggendo questo libro si avverte, pur in presenza di una carestia e una tragedia familiare, una pacata tranquillità. I personaggi sono equilibrati e dignitosi, sottomessi ad un piano che li sovrasta ma pieni di speranza per un futuro migliore, nonostante questa storia nasca al tempo dei Giudici (1:1), tempo di confusione, corruzione, di rivolte sociali e di anarchia. I nomi di alcuni di loro s'accordano bene con il ruolo che hanno nella storia raccontata, per cui viene da pensare che l'autore abbia voluto coniarli intenzionalmente. È una storia che evidenzia dell'autore una fede profonda e una sensibilità verso certi temi come quelli del levirato (Dt. 25: 5-10) e della cerimonia "della scarpa" (4:7), di cui vuole fornire un'interpretazione più leggera rispetto a quella antica, certamente più dura, o raccontarne l'evoluzione. 
Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che il libro sia una risposta alla posizione intransigente di Esdra e Nehemia contro i matrimoni misti, ma è un'idea che è stata abbandonata.
Più verosimile è che lo scopo del libro è di mostrare un interesse per il re Davide di cui, in assenza di notizie sulla sua infanzia, si vogliono perlomeno qui presentare gli antenati.
Il libro di Ruth viene letto in occasione della festa delle messi o Pentecoste. Ruth è una ragazza moabita.

Leggere Ruth 1:1-23. Naomi e Ruth

La scelta di Ruth
A causa di una carestia, una famiglia di Betlemme, costituita da Elimelec, da sua moglie Naomi (= mia dolcezza, mia gioia) e dai figli, Malon (= debole, malato) e Chilion (= languente), è costretta ad emigrare in terra straniera, nel paese di Moab. Lascia la propria casa, il proprio paese, la propria comunità per necessità di sopravvivenza, con la speranza di una vita migliore. Succede, invece, che il marito di Naomi muore e muoiono anche i due figli, che lasciano vedove due ragazze moabite che avevano sposato, Orpa (= gazzella?) e Ruth (= amica). Di queste due solo Ruth resta con Naomi (14), mentre Orpa ritorna alla sua famiglia d'origine.
Ruth fa una scelta non solo di grande attaccamento e affettività verso Naomi, ma fa anche la scelta di appartenenza a un popolo e di fede nel Dio di Israele per cui sceglie di seguire Naomi che ha deciso di tornare a Betlemme. Così Naomi torna al su paese d'origine con Ruth. A chi la riconosce come Naomi, lei ribatte dicendo di voler essere chiamata Mara (= amara, triste) (19-20), perché la sua vita è segnata da amarezza, tristezza e dolore. Aveva una famiglia, ora non ha più nulla. Il Signore aveva permesso che lei attraversasse il deserto della vita. Ruth è con lei e poteva essere motivo di una minima consolazione ma Naomi è talmente amareggiata che non riconosce in Ruth la grazia di Dio. Lo capirà più avanti.
                                                                                                                                            
Leggere Ruth 2: 1-23. Ruth incontra Boaz

Il favore di Boaz
Ciò che colpisce di questo brano è il comportamento aggraziato e corretto che Ruth ha con tutti. A Naomi, sua suocera, chiede il permesso di andare a spigolare nei campi (2); al servo di Boaz chiede il permesso di raccogliere le spighe cadute dai mannelli di grano (7). Inoltre, si mostra una lavoratrice instancabile (7). Non è una donna invadente, ma sa rispettare le regole in tutta onestà e compostezza. E tutto questo viene riferito a Boaz, il ricco proprietario di terreni e servi.
Quando Boaz incontra Ruth, egli già sa tutto di lei, di quello che ha fatto per Noemi, ed è ben disposto in suo favore. L'autorizza a stare con le sue serve, a spigolare, le dà protezione e il diritto di bere l'acqua attinta dai suoi servi. E Ruth mostra grande riconoscenza a Boaz gettandosi ai suoi piedi e ringraziandolo. Da parte sua Boaz benedice Ruth chiedendo al Signore di ricompersarla per le sue scelte e per la sua vita di piena dedizione a Noemi.  
Boaz è conquistato da questa ragazza. Ruth trova in Boaz un cuore aperto e una fonte di consolazione (13). Da questo momento tra Boaz e Ruth c'è un continuo avvicinamento. È l'incontro di due sensibilità, di due timorati di Dio.
Ormai Boaz apre le porte a Ruth. Le offre da mangiare e la piena libertà di spigolare in piena sicurezza. Ruth, però, non pensa solo a se stessa, perché provvede da mangiare anche a sua suocera, Noemi.
Come una buona madre, Noemi vuole sapere tutto da Ruth. E quando viene a conoscenza che Boaz ha fatto del bene a Ruth, lei rivela che Boaz è un parente stretto di Elimelec che ha il diritto di riscatto su di loro. Questa è una grande notizia.

Leggere Ruth 3: 1-18. La strategia di Naomi

L'ubbidienza di Ruth
In questo brano Naomi progetta per Ruth un futuro di felicità, di sicurezza e di benessere. Il suo piano nasce dal suo amore per Ruth, che considera come una figlia. Naomi sa dove vuole arrivare, ma ha bisogno che Ruth abbia piena fiducia in lei e le ubbidisca senza reticenze. "Lavati, profumati, indossa abiti per non farti riconoscere da Boaz…" (3-5). È una sottile strategia con una seduzione mirata per indurre Boaz a trovarsi nel suo letto una donna, Ruth, che in più occasioni ha attirato la sua attenzione.

L'interesse di Boaz per Ruth
Quando Ruth rivela a Boaz che su di lei egli ha un diritto di riscatto (poteva cioè farla sua e sposarla), Boaz la benedice, la loda perché non è andata dietro a dei giovani ma ha scelto lui, un anziano, e perché la sua vita è da tutti riconosciuta virtuosa. Infine, le promette di andare incontro al suo desiderio (10-11). Deve solo risolvere il problema di ordine legale, perché prima di lui c'è un altro parente che può esercitare il diritto di riscatto.
     Per quel che si riferisce al diritto di riscatto, vi era una legge in Israele secondo la quale un Israelita che avesse venduto la sua proprietà (non il fondo che era inalienabile, ma soltanto ne avesse ceduto l'usufrutto fino all'anno del giubileo) aveva sempre il diritto di riscattarla mediante una somma di denaro (cfr. Le 25:25-27). Se non era in grado di farlo lui, poteva subentrare nel suo diritto il parente più prossimo. Ora, Elimelec e Naomi, partendo per Moab dovevano certamente aver "venduto" i loro campi. Perciò la vedova, ritornata a Betlemme, cercava naturalmente qualcuno che li riscattasse per poterli nuovamente coltivare. Naomi pensava anche di poter maritare la sua nuora. Infatti, secondo un'altra legge in Israele, quando una donna rimaneva vedova senza figli, un fratello del marito doveva sposarla, ed il primo figlio nato da tale matrimonio, doveva succedere al fratello defunto e portarne il nome, affinché la sua famiglia non si estinguesse (cfr. De 25:5-6). L'uso deve poi aver esteso questa prescrizione ai parenti prossimi ed averla messa in relazione col riscatto delle terre. Ciò spiega la speranza di Naomi e la richiesta che Boaz fece al suo parente, che prima di lui doveva far valere tale diritto.
La correttezza morale di Boaz gli impone di accertarsi le intenzioni di quest'altro parente. E solo dopo che questi avrà rinunziato, egli potrà mantenere la promessa di riscattare Ruth e farla sua sposa.
Boaz, dopo il colloquio segreto, congeda Ruth donandole sei misure d'orzo (circa sessanta litri). Gliele mette sulle forti spalle e Ruth torna da Naomi, che è in trepida attesa di conoscere come sono andate le cose.
Naomi rassicura Ruth che Boaz ormai è conquistato e che farà di tutto per rimuovere ogni ostacolo che impedisce a Boaz di avere Ruth.
La saggezza di Naomi è lungimirante e la fedeltà di Ruth a Naomi sono due elementi concomitanti per realizzare questa meravigliosa storia della grazia di Dio.

Leggere Ruth 4: 1-22. Matrimonio di Ruth con Boaz

La cerimonia della scarpa
Innamorato di Ruth, ormai determinato a fare i suoi passi, Boaz si rivolge al parente prossimo di Naomi e lo invita davanti agli anziani della città ad esercitare il diritto di riscatto per entrare in possesso delle terre di Elimelec. E quello risponde di voler far valere il suo diritto (4:4). Ma a questo punto, Boaz fa presente al parente prossimo di Naomi che deve esercitare anche il diritto di prendersi in moglie Ruth per tenere insieme tutta l'eredità. Così, davanti a tutti gli anziani, quel parente rinuncia per motivi familiari e personali ad esercitare il suo diritto sulle terre e su Ruth. Lo fa con un rituale antico in Israele: la cerimonia della scarpa.
Era, infatti, un uso antico per indicare la cessione di un possesso. Infatti quando uno s'impadroniva di un paese ne calpestava il suolo coi piedi. Gettare il sandalo su un territorio voleva dire impossessarsene; e dare il sandalo o la scarpa ad un altro, indicava rinunzia di un possesso a suo favore (V.Vinay).
Il parente prossimo di Nahomi, dunque, si toglie la scarpa e la dà a Boaz, che entra in tal modo in possesso delle proprietà della famiglia di Elimelec e prende Ruth come sua moglie.
Da questa unione nasce Obed (= servo), ma che tutti consideravano come go'el, un riscattatore, un redentore.
Obed fu il padre d'Isai, che fu il padre di Davide.

Conclusione
Impariamo da questa storia che il Signore non abbandona chi lo ama. Egli è un Dio fedele, che si prende cura del suo popolo e non lo abbandona a se stesso. La storia ha sempre una trama e noi dobbiamo vedere nell'intreccio dei suoi fili un disegno che  persegue un obiettivo. Naomi e Ruth, due donne fedeli e sottomesse a Dio, hanno saputo intravedere l'opera di Dio al di là dei singoli eventi, seppure tristi e scoraggianti, con fede e speranza. In un periodo di grande smarrimento nella storia di Israele, il libro di Ruth ci fa capire che sempre bisogna vivere la vita in modo coerente e con grande responsabilità verso Dio e verso il prossimo. Alla fine, siamo ricondotti a considerare che Dio si mostra verso di noi con grazia e liberazione. Infatti, noi cristiani gioiamo per il dono di Gesù Cristo, punto focale del piano di salvezza dell'umanità.

                                                                                                                          Aldo Palladino

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