Efesini 6, 10-17
L'armatura del cristiano
Predicazione di Aldo Palladino
Chiesa Evangelica Valdese
Via Nomaglio,8
Torino
Domenica, 24 ottobre 2010
Il testo biblico
10 Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. 11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. 13 Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.14 State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; 15 mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; 16 prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. 17 Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
***
L'aiuto viene dall'Eterno
Nella parte finale di questa sua lettera, l'apostolo Paolo (¨) si premura di esortare i suoi lettori a fortificarsi nel Signore e nella forza della sua potenza (dynamis) (1,19). Dinanzi alle difficoltà che i cristiani di quel tempo incontravano, tra ingiurie, vessazioni, battiture e persecuzioni – ma presenti tutt'oggi in alcuni paesi ostili al pluralismo religioso e al dialogo interreligioso, intolleranti della diversità - la proposta è di porre nel Signore ogni motivo di conforto e di consolazione. Dove trovare le risorse per fronteggiare i limiti della nostra condizione umana, le insicurezze, le paure e le angosce, che con l'avanzare degli anni diventano più evidenti, più presenti? In noi stessi? Non credo. Certo, noi possiamo avere una maggiore comprensione della natura umana e forse avere più coraggio per affrontare la vita e avere più fiducia in noi stessi, ma se non troviamo un solido fondamento che dia stabilità ai nostri sentimenti e alla nostra vita, prima o poi cadremo nello sconforto, nella solitudine e nella sfiducia verso tutto e tutti. Che cosa fare, dunque? Andare al Signore, che soccorre e dà forza, perché l'aiuto viene dall'esterno. La domanda del Salmista era: " Da dove mi verrà l'aiuto?" (Salmo 121,1). E la risposta non tardava: "Il mio aiuto viene dall'Eterno che ha fatto i cieli e la terra" (Salmo 121,2).
Ma come può il credente fortificarsi nel Signore?
L'immagine del soldato
Paolo ci fornisce l'immagine del credente in Cristo come quella di un soldato pronto per il combattimento, dotato di uno speciale equipaggiamento consistente nella "completa armatura di Dio", la panoplia (1 Tess. 5,8). È possibile che quest'immagine sia sorta nella mente di Paolo osservando il soldato al quale era incatenato durante la sua prigionia (Atti 28, 16.20) o, forse, si sia ricordato della descrizione dell'armatura del guerriero celeste di Is. 59,17. Certo è che quest'armatura che Paolo propone di indossare non è un'acquisizione naturale dell'uomo. È piuttosto una dotazione messa a sua disposizione da Dio e, come tutti i doni, deve essere accettata e accolta. Questa è la responsabilità del credente.
Rivestirsi della completa armatura di Dio rientra, dunque, nella responsabilità del credente. È come indossare un "vestito", ma non per metterlo solo nelle circostanze più importanti. Non è il "vestito della festa" che mettiamo ogni tanto, ma è l'abito mentale, spirituale ed etico, che esprime chi siamo, il nostro stile di vita rigenerato dall'evangelo, e attraverso il quale siamo identificati come figli e figlie di Dio, strumenti di testimonianza della grazia di Dio e suoi collaboratori.
Necessità dell'armatura di Dio
L'apostolo Paolo ci dice nel nostro testo il perché abbiamo bisogno dell'armatura di Dio. Le espressioni che egli usa sono queste:
a) affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo (v. 11);
b) il nostro combattimento non è contro carne e sangue ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze della malvagità, che sono nei luoghi celesti (v. 12);
c) affinché possiate resistere nel giorno malvagio (v.13).
C'è, dunque, nel pensiero di Paolo l'idea di un mondo spirituale che sovrasta quello fisico. Oggi la nostra cultura materialista e razionalista, grazie ai progressi di discipline umanistiche, riesce a spiegare molti fenomeni che accadono nella nostra vita, ma non si esprimono dinanzi a fatti che non sono misurabili con la logica umana. C'è, è vero, qualcosa che sfugge alla nostra comprensione, qualcosa che è presente nella nostra vita come un'influenza che orienta gli eventi della storia umana. Il male che si manifesta nel mondo, che nessuno vorrebbe ma che in pratica si manifesta in tanti conflitti e tragedie umane che spesso sono fuori dal nostro controllo, è la sintesi di forze che sono al di sopra di noi e che ripercorrono quella lotta antica del male sul bene. Questa è la lotta spirituale che Paolo concepisce nella sua visione. Ed è per questo che egli ci suggerisce di rivestirci dell'armatura di Dio.
Le parti che compongono l'armatura
Esortazione di Paolo è che l'armatura che ci viene messa a disposizione, di cui dobbiamo rivestirci, è completa (v.13). Possiamo fare a meno di ricorrere ad altre soluzioni o ad altri strumenti. I pezzi di questa armatura bastano a farci restare saldi, cioè a difenderci da nemici spirituali perfino nel giorno malvagio, cioè in tempi di persecuzione e di grande ostilità verso la comunità cristiana.
Ecco da che cosa è composta l'armatura:
a) la cintura dei fianchi: la verità.
Paolo probabilmente non si riferisce alla verità dell'evangelo, ma alla verità intesa come integrità, sincerità nei rapporti con gli altri e con Dio.
b) la corazza: la giustizia.
Non la giustizia che giustifica e perdona, ma la giustizia santificante di Cristo (1 Cor. 1,30, Rom. 5,9; 6,13; 14,17)) che si manifesta come dirittura nel cammino cristiano.
c) le calzature dei piedi: lo zelo dell'evangelo della pace.
L'evangelo è la buona notizia che occorre annunziare. Esso dona pace e stabilità a chi lo porta e a chi lo riceve.
d) lo scudo: la fede.
Lo scudo, lo scutum, nell'antichità era di legno e fatto a forma di una porta, poi ricoperto di pelle per spegnere le frecce infuocate che il nemico lanciava. Era lungo e copriva quasi totalmente il corpo del soldato. L'immagine ci fa capire che la fede in Cristo è una protezione che ci mette al riparo da tutti gli attacchi delle accuse della gente che critica, denigra, giudica, che vuole incutere timore e dubbio nei credenti.
e) l'elmo: la salvezza.
Prendere l'elmo della salvezza (v. 17) significa afferrare il dono della salvezza che Dio offre in Cristo Gesù. Salvezza che consiste nell'aiuto che Dio dà proteggendoci e liberandoci dal potere del peccato.
f) la spada dello Spirito: la parola di Dio.
Qui la spada è arma di difesa e non di attacco. È la spada dello Spirito perché è data dallo Spirito (3,5; 2 Tim. 3,16; Eb. 3,7; 9,8; 10,15; 1 Pt. 1,11; 2 Pt. 1,21). Essa consente al credente di saper rispondere con convinzione alle tentazioni e alle insidie di ogni tipo che gli vengono portate. Conoscere la parola di Dio significa avere la dotazione di una conoscenza e di una esperienza spirituale utile a rendere ragione della propria fede e a saper mostrare l'amore di Dio a chi ci sta intorno.
Infine, c'è la preghiera (v.18). Non è descritta come una parte dell'armatura, ma è la forza che alimenta la vita del soldato e che dà vigore ad ogni elemento dell'armatura.
Il cammino verso la vittoria
La vita dell'uomo è da sempre sottoposta a svariate forze che lo costringono a scelte di responsabilità. Però non sempre si ha l'adeguata preparazione per operare le giuste scelte che procurano vantaggi personali, benessere, felicità, armonia. Spesso si rimane disorientati, indecisi, e si rimane schiacciati dagli eventi che non sappiamo affrontare con il giusto spirito. Nel corso dei secoli le proposte per vivere una vita di senso sono state tante. Però quella che ha rivoluzionato il mondo è stata la proposta di vita praticata da Gesù Cristo e il suo insegnamento d'amore e di perdono. L'amore per il prossimo e persino per i propri nemici, in una società violenta e con valori incentrati ad un esasperato individualismo, è un ideale di vita sconvolgente e al tempo stesso rassicurante. Praticare i valori cristiani è una scelta di campo a favore di una società più giusta, che vuole affermare il bene, la pace, la solidarietà, il rispetto delle diversità, l'accoglienza, la valorizzazione della dignità dell'uomo, i diritti umani.
Tutto questo è possibile, ma richiede da parte nostra di sottometterci al Signore della vita, che ci provvede gli strumenti per vivere nella libertà di vere donne e di veri uomini.
L'armatura di Dio offerta a noi è l'opportunità che dobbiamo cogliere per vivere in questo modo. Da soli, con le nostre forze, saremo perdenti. Con Dio la vittoria è assicurata.
Aldo Palladino
¨ Sono ormai pochi coloro che sostengono l'autenticità paolina delle tre lettere pastorali, tuttavia esistono argomenti per ritenere che Paolo ne sia l'autore. In questa riflessione biblica seguirò, per comodità, il testo biblico che menziona il nome di Paolo.
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