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25 dicembre 2012

         La luce di Cristo
      Io sono la luce del mondo (Giovanni 8, 12)

Accendi con gioia il tuo alberello di Natale!
Il Natale, però, non è fatto soltanto di graziose candeline dalla luce fioca, di dolci emozioni, di regali piccoli o grandi che fai o ricevi, e nemmeno di quella gioia contenuta, velata di leggera malinconia propria della sera di Natale che passi con i tuoi o, forse, da solo. Al di là di tutto ciò sta un'altra realtà, qualcuno, Gesù. Non è soltanto in nome nostro che accendiamo le candeline, per vedere più chiaro, per qualche ora soltanto, e poi ritorna tutto come prima; no, perché è presente lui che dice: «Io sono la luce del mondo». Le luci che accendiamo non sono che la risposta alla sua voce da noi udita, non importa se da lontano o dal profondo dell'abisso. È vero, la nostra è una risposta piuttosto debole e di poco valore, ma rispondiamo come possiamo.
La cosa più importante non sono neppure le nostre risposte, ma soltanto il fatto che lui è presente e ci ha chiamati. Sarebbe ugualmente Natale, anche se nessuno pensasse di illuminare il pino.
Nulla può fermare Cristo; non è fermato né dalle nostre parole né dai nostri silenzi; egli fa risplendere la sua luce sul mondo intero. Non è una semplice verità di ordine spirituale quella cui diamo la nostra adesione o sulla quale facciamo le nostre riflessioni, ma è qualcuno, un «io» che regna ed agisce con forza; qualcuno che con le sole sue forze prosegue il suo cammino e porta a termine la sua opera.
Questa è la luce che porta veramente chiarezza, anche nei più reconditi angoli della terra, chiarezza allo scettico più ostinato, allo spirito più malinconico e inasprito, all'anima più indifferente.
Accendi dunque con gioia il tuo alberello, a Dio piace vederci, nel mezzo della notte della nostra esistenza,
accendere con fierezza, in nome suo, sulla terra, qualche piccola luce, quasi una protesta contro la notte in cui viviamo, o, meglio, quasi a voler testimoniare la grande luce dei tempi, accesasi sopra di noi.

Signore Gesù,
siamo deboli e poveri,
tu sei forte, ricco e vivo,
e la tua potenza è senza limiti.
Nella nostra povertà
e nella nostra miseria,
la tua potenza sia la nostra gioia.
Amen.

Eduard Thurneysen, in E. Thurneysen e Karl Barth, Meditazioni per il Natale e la Pasqua, Queriniana,1967

Articolo tratto dal Settimanale Riforma n. 49 del 21.12.2012

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