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23 giugno 2010

Salmo 4

Fiducia in Dio

 

Breve riflessione di Aldo Palladino

 

Il testo biblico

1 Quand'io grido, rispondimi, o Dio della mia giustizia;
quand'ero in pericolo, tu m'hai liberato;
abbi pietà di me ed esaudisci la mia preghiera!
2 O figli degli uomini, fino a quando si farà oltraggio alla mia gloria?
Fino a quando amerete vanità e andrete dietro a menzogna? [Pausa]
3 Sappiate che il SIGNORE si è scelto uno ch'egli ama;
il SIGNORE m'esaudirà quando griderò a lui.
4 Tremate e non peccate;
sui vostri letti ragionate in cuor vostro e tacete. [Pausa]
5 Offrite sacrifici di giustizia,
e confidate nel SIGNORE.
6 Molti van dicendo: «Chi ci farà vedere la prosperità?»
O SIGNORE, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto!
7 Tu m'hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano
quando il loro grano e il loro mosto abbondano.
8 In pace mi coricherò e in pace dormirò,
perché tu solo, o SIGNORE, mi fai abitare al sicuro.

 

Preghiera di Davide

Il re Davide prega e questa sua preghiera diventa anche un canto, un salmo. Egli sa che Dio ascolta e risponde. L'ha sperimentato il popolo d'Israele nel deserto, che ha visto l'intervento di Dio che lo ha liberato dai nemici, dalla durezza del deserto, della fame e della sete. Ma ne ha fatto l'esperienza anche Davide, che nel corso della sua vita è stato preservato da macchinazioni, ribellioni, intrighi, lotte di palazzo (Saul, Absalom – nemici interni) e da popoli (Filistei e altri) animati dal desiderio di conquista (nemici esterni) (1 Sam 23:26-29).

Davide prega perché trova conforto nell'incontro con Dio, "Dio di giustizia" (1) e Dio che ama, due attributi di Dio che spiegano fondamentalmente la relazione e il riconoscimento dell'uomo (3) e, dunque, la prossimità di Dio a tutta l'umanità. 

Di queste due caratteristiche di Dio, giustizia e amore, Davide diventa testimone verso i suoi nemici, che hanno bisogno di una parola buona che li riconduca a Dio.

Come tante persone dei nostri giorni, Davide sa che essi sono impregnati di un materialismo sfrenato, che pensano solo al benessere e al guadagno (prosperità,  grano e mosto, come si esprimono i vv 6 e 7) e che hanno bisogno di esaminare la loro triste e reale condizione alla luce di Dio.

Davide prega per i suoi nemici e li esorta ad abbandonare la vanità e la menzogna, (2) per ricercare la gloria di Dio nella loro vita.

La sua fiducia in Dio è totale. Egli sa che lo scopo della nostra vita è di dare il giusto valore alle cose materiali, né di più né di meno, di non pensare ad accumulare il superfluo, né di investire tutto il nostro tempo per perseguire beni che non durano e che, per giunta, siamo destinati a lasciare.

Per vivere in pace e serenità, pur svolgendo il nostro dovere secondo la responsabilità che ci è stata affidata, occorre riconoscere e ricercare la presenza di Dio ogni giorno. Dio deve diventare il nostro amico a cui confidiamo tutto di noi: paure, tristezze, peccati, pensieri sbagliati e ogni problema esistenziale. E ogni insicurezza sparirà dalla nostra vita.

Davide lo ha realizzato. Penso che anche noi possiamo farlo, con l'aiuto dello Spirito Santo.

 

                                                           Aldo Palladino

 

 

Salmo 10

Il castigo dell'empio

 

Una riflessione di Aldo Palladino

 

Il testo biblico

1 O SIGNORE, perché te ne stai lontano?
Perché ti nascondi in tempo d'angoscia?
2 L'empio nella sua superbia perseguita con furore i miseri;
essi rimangono presi nelle insidie tese dai malvagi:
3 poiché l'empio si gloria delle brame dell'anima sua,
benedice il rapace e disprezza il SIGNORE.
4 L'empio, con viso altero, dice:
«Il SIGNORE non farà inchieste».
Tutti i suoi pensieri sono: «Non c'è Dio!»
5 Le sue vie sono prospere in ogni tempo;
cosa troppo alta per lui sono i tuoi giudizi;
con un soffio egli disperde tutti i suoi nemici.
6 Egli dice in cuor suo: «Non sarò mai smosso;
d'età in età non m'accadrà male alcuno».
7 La sua bocca è piena di maledizione, di frodi e di violenza;
sotto la sua lingua c'è malizia e iniquità.
8 Egli sta in agguato nei villaggi;
uccide l'innocente in luoghi nascosti;
i suoi occhi spiano il misero.
9 Sta in agguato nel suo nascondiglio come un leone nella sua tana;
sta in agguato per sorprendere il misero;
egli sorprende lo sventurato trascinandolo nella sua rete.
10 Se ne sta quatto e chino,
e gli infelici soccombono alla sua forza.
11 Dice in cuor suo: «Dio dimentica,
nasconde la sua faccia, non vedrà mai».
12 Ergiti, o SIGNORE! O Dio, alza la tua mano!
Non dimenticare i miseri.
13 Perché l'empio disprezza Dio?
Perché dice in cuor suo: «Non ne chiederà conto?»
14 Invece tu hai visto; poiché tu tieni conto della malvagità e dei soprusi
per poi ripagare con la tua mano.
A te si abbandona il misero;
tu sei il sostegno dell'orfano.
15 Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
punisci la sua empietà, e tu non la ritrovi più.
16 Il SIGNORE è re in eterno;
le nazioni sono state sterminate dalla sua terra.
17 O SIGNORE, tu esaudisci il desiderio degli umili;
tu fortifichi il cuor loro, porgi il tuo orecchio
18 per render giustizia all'orfano e all'oppresso,
affinché l'uomo, che è fatto di terra, cessi d'incutere spavento.

 

 

In attesa di giudizio

L'umanità è piena di violenza. Non c'è epoca storica che non abbia registrato piccoli e grandi eventi di violenza, di guerra, di distruzione, di soprusi, di vendette, ecc. Storie di solito in cui i più forti, i più malvagi, persone spregiudicate e senza cuore, costringono i più deboli, i più umili, a sottostare alle loro bramosie più infami e ingiuste.  

La domanda del Salmista dinanzi al dilagare dell'empio, dell'uomo senza scrupoli e senza Dio, è una preghiera d'invocazione a Dio per intervenire e fare giustizia.

È una preghiera fatta sempre più frequentemente anche ai nostri giorni, perché il nichilismo nel quale è sprofondata la nostra società ha generato dei mostri che pensano di poter fare tutto quello che vogliono per assenza di impunità. Per loro Dio non "farà inchieste"semplicemente perché essi pensano che "non c'è Dio" (4). Oggi, più che in altri periodi della storia, questo è il motivo di tanta corruzione: rimosso Dio e il suo giudizio, l'uomo crede di essere finalmente libero e padrone della propria vita e di quella dei propri simili. Ma non è così. Dio vede, conosce le afflizioni presenti in questa umanità e non resterà indifferente davanti alla malvagità. Egli ascolta il grido degli umili e dei sofferenti e interverrà per fortificarli e liberarli dalle mani degli empi e dei malvagi. Questi, alla fine, andranno in giudizio dinanzi a Dio, perché Dio "non terrà il colpevole per innocente (Es 34:7).

 

Dio fa giustizia

Ci sono molti motivi di speranza nella preghiera del Salmista. Dal versetto 14 fino alla fine del salmo, questa speranza diventa certezza che Dio renderà giustizia quando farà cessare l'empietà dell'empio e del malvagio (15). Dio è re (16) e resta padrone della storia. Le nazioni che gli si oppongono saranno sterminate dalla terra e la tirannia dei malvagi cesserà. Non è una favola a lieto fine, ma la realtà di una fede vincente, che si fonda sulle promesse che Dio ha fatto rivelando non solo il volto di un Padre pieno di misericordia, ma anche quello di un giudice che prenderà le difese dei poveri, degli umili, dell'orfano e della vedova, cioè di tutte le persone deboli e indifese della nostra misera umanità.

A noi credenti è dato, oggi, di annunciare l'amore di Dio per tutta l'umanità e, parimente, di proclamare il suo giudizio su tutti quelli che avranno estromesso Dio dalla loro vita e oppresso coloro che Egli predilige e ama (Gv 5:29; Rm. 2:3;Gc 2:13).

 

 

                    Aldo Palladino